Uno tra i fenomeni che caratterizza ormai da qualche decennio la nostra società riguarda l’instabilità dei legami, soprattutto quelli di natura affettiva tra coniugi, conviventi o semplicemente amanti.
Trovarsi soli dopo la separazione, dopo anni e anni di vita passata insieme a far progetti e a pianificare un’intera esistenza, può essere un evento davvero traumatico. Come un tornado che porta via con sé tutto ciò che trova lungo il suo cammino lasciando il posto ad un insensato caos, così la rottura di un legame lascia un enorme senso di solitudine e tristezza fuori e dentro di noi. La separazione appare come la rottura di un equilibrio che per anni aveva funzionato e adesso trascina dietro di sé anche l’infrangersi di quella promessa scambiatasi inizialmente quando tutto sembrava poter esistere “per sempre”. È questo aspetto a renderla così dolorosa e traumatica, non solo per chi la subisce, ma anche per chi, a volte con molte difficoltà, decide di metter fine alla relazione. Tutto viene stravolto: le abitudini, i modi di vivere, le routine, l’idea di famiglia: scopriamo come gestire questo profondo cambiamento.
Separazione come lutto
Alla luce di quanto detto finora la separazione può esser percepita come un vero e proprio lutto: non vi è la morte reale di una persona, ma quella di una relazione su cui era stato investito molto. Come ogni lutto occorrerà affrontarlo, elaborarlo e superarlo, mediante il passaggio di determinate fasi:
La prima è quella dello smarrimento dove la persona è ancora sotto shock per quello che è successo, vive alla giornata non rassegnandosi e sperando che tutto possa tornare come prima.
La seconda fase è quella della rivendicazione connotata da sentimenti di rabbia sia verso se stessi che verso il partner. La persona inizia a prender consapevolezza che l’abbandono è accaduto davvero e non si può tornare indietro.
Nella terza fase, quella della separazione interiore, anche detta della convalescenza, la persona accetta l’idea di essere rimasta sola e inizia ad immaginarsi e a fare progetti di vita orientati in questa nuova ottica di “singolo”.
L’ultima fase è quella del nuovo equilibrio in cui si comincia una vera ricostruzione di sé in cui il passato è ormai lasciato alle spalle.
Non sempre è facile percorrere da soli tutte queste tappe e arrivare quindi all'elaborazione del lutto. Il trauma, infatti, può essere così forte da divenire “patologico” poiché ha intaccato il nostro Io più profondo impedendoci di ricostruirci una vita. In questi casi è importante chiedere sostegno psicologico ad un esperto in grado di darci una mano a risollevarci e non cadere in uno stato depressivo.
Dopo la separazione: qualche consiglio pratico
Fonte crescitapersonale.it
Commenti
Economicamente sono debole e perderei tutto ciò che avevo costruito per la serenità dei miei figli.
Lui mi ha tradita, ingannata, trattata senza rispetto tante volte, altre volte ha cercato di dimostrare di essere un uomo presente.
Ora stiamo facendo un percorso psicologico per.il bene dei nostri figli.
Se non fosse per i bimbi sarei già andata via anni fa.
Il bambino è pure per me l'unico momento di gioia.
Dicono che con il tempo si superi.. non credo sia realmente vero se ci sono in mezzo bambini..
All inizio non mi sembrava vero.
Abbiamo un bambino insieme e ci dobbiamo vedere per forza.
Lui vuole stare da solo ed è cambiato con me, credo che non sia innamorato, anzi ne sono sicura. Io soffro per questo. Inoltre mi sento tanto sola ed ho perso interesse per molte cose che prima mi davano carica. Solo mio figlio mi rende felice. Ma io dentro sento inquietudine. Non posso sapere quanto durerà questo sentimento che mi opprime, lo sento alla bocca dello stomaco.
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