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I disturbi del comportamento alimentare

I Disturbi del Comportamento Alimentare o disturbi alimentari psicogeni, ridefiniti dal DSM-5 come disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, sono tutte quelle problematiche psicologiche che concernono il rapporto tra gli individui e il cibo

I Disturbi del Comportamento Alimentare (abbreviato DCA) o disturbi alimentari psicogeni (DAP), ridefiniti dal DSM-5 come disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, sono tutte quelle problematiche psicologiche che concernono il rapporto tra gli individui e il cibo.

Rappresentano la patologia più diffusa nella società occidentale dell'ultimo ventennio: è presente nel 5% della popolazione.

L'individuo sperimenta un’alterata relazione con il cibo ed una estrema preoccupazione riguardo alle forme corporee. Implica pertanto un’alterazione dell'immagine di sè, disturbi emotivi e un insieme di comportamenti disfunzionali che ne derivano. 

Distinguiamo i Disturbi Alimentari in:

  • Anoressia Nervosa
  • Bulimia Nervosa
  • Disturbo da Alimentazione Incontrollata, o Binge Eating Disorder, BED (di cui il 65% in comorbidità con obesità)
  • Disturbo del Comportamento Alimentare non altrimenti specificato (di cui 20% soffre di obesità)



Anoressia Nervosa

E' possibile fare una diagnosi di Anoressia Nervosa quando sono presenti i seguenti sintomi:

  • magrezza estrema (non costituzionale ma volontaria), con rifiuto di mantenere il peso al di sopra di una soglia minima ritenuta normale (anoressico è un soggetto con peso sotto l'85% di quello previsto in base all'età ed all'altezza e/o l'indice di massa corporea (BMI) inferiore a 15,5);
  • forte paura di ingrassare anche in presenza di evidente sottopeso; preoccupazione estrema per il peso e l'aspetto fisico], che include sia un'alterazione del vissuto corporeo, sia un'importanza eccessiva al peso a scapito dell'autostima; o ancora il rifiuto di ammettere la gravità delle proprie condizioni fisiologiche;
  • non essere soddisfatti del proprio corpo (costituisce il fattore di rischio più elevato);
  • nei pazienti di sesso femminile, un'amenorrea (sospensione del ciclo mestruale) da almeno tre cicli consecutivi dopo il menarca.


Bulimia Nervosa

Clinicamente la bulimia è denotata da episodi in cui il soggetto sente un bisogno compulsivo di ingerire spropositate quantità di cibo, correlati da una spiacevole sensazione di non essere capace di controllare il proprio comportamento. È frequente negli adolescenti e nei giovani adulti. Colpisce prevalentemente soggetti di sesso femminile (90%). Generalmente compare attorno ai 12-14 anni (tarda preadolescenza) o nella prima età adulta (18-19 anni).

I criteri diagnostici sono:

  • Ricorrenti abbuffate;
  • Il consumo di una grande quantità di cibo;
  • La sensazione della perdita di controllo;
  • Comportamenti compensatori: il vomito autoindotto (che può essere provocato anche dopo un qualsiasi cibo), l'assunzione di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci tiroidei, il digiuno ed eccessivo esercizio fisico;
  • Frequenza: perché si possa diagnosticare la bulimia nervosa, le abbuffate e le condotte compensatorie devono manifestarsi almeno due volte la settimana per tre mesi. Ciò implica una dipendenza;
  • Preoccupazione smisurata per le forme corporee e il peso: l'autostima viene decisamente influenzata dalle forme e dal peso corporeo, si sente l'esigenza di seguire sempre una dieta ma si ha, nonostante ciò, il terrore costante di ingrassare.

Può verificarsi: con condotte di eliminazione, che vede il soggetto ricorrere regolarmente a vomito autoindotto oppure all'uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi; senza condotte di eliminazione, che vede il soggetto bulimico adottare regolarmente comportamenti compensatori inappropriati (digiuni o/e intensa attività fisica), ma non dedicarsi al vomito autoindotto, lassativi, ecc.

Gli episodi bulimici possono essere scatenati da alterazioni dell'umore, stati d'ansia o stress. In alcuni casi gli episodi bulimici possono anche essere programmati anticipatamente.



Disturbo da Alimentazione Incontrollata o Binge Eating Disorder 

Si presenta con episodi di abbuffate tipici della bulimia nervosa, senza però mostrare i comportamenti compensatori tipici di quest'ultima. L'individuo affetto da tale sindrome ha come unico pensiero quello di ingerire qualsiasi tipo di alimento per calmare le proprie ansie, o qualsiasi emozione negativa anche se è consapevole che potrebbe essere nocivo alla sua salute.

La persona che soffre di questo disturbo è spesso isolata, ha scarsa considerazione di sé e prova profondi sensi di colpa in seguito agli episodi di bulimia, ma l'aumento di peso rende ancora più difficile l'integrazione sociale e il disagio soggettivo. 

Leggi di più sul Binge Eating Disorder



Il trattamento

Il trattamento dei disturbi alimentari richiede una cura collaborativa e coordinata in cui vengono affrontati tutti gli aspetti e ambiti del disturbo alimentare: salute fisica/peso, nutrizione, psicoterapia e riabilitazione sociale.

L’incidenza dello stress, dei lutti, del maltrattamento domestico, dell’abuso infantile, e di altri eventi di vita negativi come importanti fattori di rischio è ormai ampiamente riconosciuta dalla letteratura nel campo della psicologia e in particolare dei disturbi alimentari.

Il lavoro psicoterapeutico prevede la rielaborazione di tutte quelle esperienze angoscianti legate alla storia della persona e che possono essere causa della sintomatologia. In particolare l’approccio EMDR offre l’occasione non solo per rielaborare i traumi del passato, ma anche per potenziare le capacità personali e le risorse individuali, aumentando l’autostima per affrontare le sfide della vita quotidiana e per risolvere i sintomi, spesso cronici dei disturbi alimentari.

Leggi di più sulla Psicoterapia EMDR


Pubblicato su Tablò, Giornale di Acerra

Fonte: www.emdr.it



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