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La depressione comincia in adolescenza. E non va ignorata

In tutto il mondo sono 350 milioni le persone che soffrono di depressione, colpisce maggiormente i giovani tra i 10 e i 19 anni di età e il suicidio rappresenta la terza causa di morte in adolescenza.

Secondo i dati ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in tutto il mondo sono 350 milioni le persone che soffrono di depressione, disturbo che colpisce maggiormente i giovani tra i 10 e i 19 anni di età. Ciò che maggiormente preoccupa gli esperti è che la depressione sia diventata uno dei motivi principali di invalidità per i giovani e il suicidio rappresenta la terza causa di morte in adolescenza. La metà di tutti i disordini mentali di cui soffrono gli adulti cominciano intorno ai 14 anni di età, ma nella maggior parte dei casi non vengono riconosciuti e trattati. E’ importante monitorare attentamente bambini e ragazzi ed indirizzarli verso percorsi di cura adatti. 

Quali sintomi indicano la depressione in un adolescente?

L’adolescenza è la fase evolutiva della vita che l’individuo attraversa nel passaggio dal mondo infantile a quello adulto; è caratterizzata da molteplici sentimenti, spesso ambivalenti, tra nostalgia per ciò che si è stati ed avventurosa curiosità per il nuovo, tra la paura della perdita della sicurezza dell’infanzia e l’esigenza di una nuova definizione di sé.

Il disorientamento emotivo, tipico di questa fascia di età, può far emergere, in ragazzi predisposti, forme di depressione sottovalutate da genitori, insegnanti e anche dagli amici. I ragazzi possono sperimentare un forte disagio ed esprimerlo con la chiusura verso il mondo esterno e l’isolamento sociale, disturbi del sonno e del comportamento alimentare, scarso rendimento scolastico. Tutti questi segnali non vanno sottovalutati e attribuiti a una fase, ma piuttosto analizzati cercando di capire se e quando sono riconducibili a una sintomatologia di tipo depressivo.

 Tra i sintomi che caratterizzano la depressione in Adolescenza si segnalano:
  • rallentamento psicomotorio, caratterizzato da un rallentamento della motricità, dell'ideazione, dell'espressione verbale e della percezione del tempo. E’ la manifestazione più evidente e oggettiva di uno stato depressivo di base e sembra essere il segno più sicuro di una patologia depressiva;
  • disturbi fisici, che si presentano soprattutto sotto forma dì anoressia nervosa e ipersonnia (eccessiva sonnolenza diurna);
  • stati emotivi di tristezza, melanconia, pessimismo e disperazione (hopelessness) (anche se tali reazioni di ordine psicologico non si accompagnano sempre a un quadro depressivo);
  • sentimento di noia e mancanza di interesse (anedonia);
  • stanchezza fisica e senso di fatica (astenia);
  • senso di impotenza e di inefficacia e morosité, un particolare senso di vuoto, come se nulla servisse a qualcosa.
  • passaggio all’atto autoed etero aggressivo (come bere smodatamente alcolici, fare uso di sostanze, eccesso di cibo, comportamenti violenti, tagli autoinferti, tentativi di suicidio) (Ammaniti, 2002).
Tra i fattori di vulnerabilità che possono generare uno stato depressivo troviamo:

- un difficile processo di individuazione/separazione dalle figure genitoriali,
- la presenza di un attaccamento insicuro, rappresentazioni negative di se stessi e degli altri,
- familiarità alla sindrome depressiva,
- trascuratezza nel caregiver,
- eccessiva dipendenza, senso di incapacità e inadeguatezza.

Percorsi di cura

Consideriamo che un adolescente ha vissuto soltanto una minima parte della sua esistenza e non può essere afflitto dalla pena della depressione per buona parte della sua vita; nel tempo si troverà ad affrontare le difficoltà legate alla sua crescita, la vita relazionale, l’unione di coppia, la ricerca di un’occupazione, nonché ulteriori problemi tipici dell’attuale epoca in cui viviamo. E’ fondamentale rendere il giovane uomo o la giovane donna in grado di superare efficacemente gli ostacoli della vita e fare in modo che la depressione “patologica” non accompagni in eterno la sua esistenza. La ricerca evidenzia l’importanza di un percorso terapeutico di tipo integrato, ossia strategie di intervento che prevedano la combinazione di una psicoterapia e di un trattamento farmacologico, limitato quest’ultimo ai casi più gravi e gestito con cautela.

E’ necessario non solo liberare dai sintomi depressivi (con psicofarmaci), ma anche e soprattutto aiutare il giovane a comprendere e affrontare le cause che abbiano generato il suo stato emotivo alterato, spesso con il coinvolgimento della famiglia all'interno della quale si è originato o è stato appreso lo schema cognitivo-affettivo di impotenza, svalutazione, depressione. Abbiamo ragione di credere che più rapido e integrato è l’intervento, più agevolmente il giovane potrà recuperare le proprie risorse e le propria capacità di affrontare la vita in maniera serena ed equilibrata.

Bibliografia: Ammaniti M., (2002), Manuale di Psicopatologia dell'Adolescenza, R. Cortina Editore

Pubblicato su Tablò, Giornale di Acerra, Giugno 2018



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