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L’ansia: alleata o ostacolo? Quando è funzionale e quando diventa disfunzionale

Scopri come distinguere tra ansia funzionale, un valido alleato nelle sfide quotidiane, e ansia disfunzionale, che può compromettere il tuo benessere. Una guida per comprendere il sottile equilibrio tra questi due stati emotivi e come affrontarli efficacemente.

L’ansia è uno degli stati emotivi più comuni, spesso fraintesi e talvolta temuti. Nel mio lavoro con i pazienti ho potuto osservare come l'ansia sia una delle motivazioni principali che spingono le persone a chiedere aiuto. Tuttavia, è fondamentale distinguere tra i due volti dell’ansia: quello funzionale, che ci sostiene, e quello disfunzionale, che invece ci ostacola.


Cos’è l’ansia funzionale?

L’ansia funzionale è uno stato d’animo naturale e adattivo, che svolge un ruolo chiave nel favorire la nostra capacità di reagire a sfide e situazioni stressanti. Essa ci aiuta a fronteggiare le sfide quotidiane e a prepararci per situazioni importanti. In questi casi, l’ansia non è solo normale, ma anche benefica:

  • Migliora la performance: un livello moderato di ansia può aiutarci a concentrarci meglio, potenziando la nostra attenzione e vigilanza.

  • Stimola la preparazione: ad esempio, prima di un esame o di una presentazione, l’ansia ci motiva a studiare o a prepararci adeguatamente.

  • Promuove la sopravvivenza: come un campanello d’allarme, ci segnala situazioni che richiedono la nostra attenzione e ci predispone a reagire efficacemente.

Questo tipo di ansia si manifesta con segnali fisici e mentali che preparano il corpo e la mente all’azione: accelerazione del battito cardiaco, respirazione più veloce, muscoli pronti a reagire e un aumento della concentrazione.



Quando l’ansia diventa disfunzionale

Purtroppo, quando l’ansia supera una certa soglia, può trasformarsi in un ostacolo. Si parla di ansia disfunzionale o patologica quando:

  • Non è proporzionata alla situazione: ci sentiamo sopraffatti da preoccupazioni che non riflettono la reale gravità degli eventi.

  • Blocca le nostre capacità: invece di aiutarci a reagire, un eccesso di ansia paralizza il nostro pensiero e rende difficile prendere decisioni.

  • Influisce negativamente sulla quotidianità: l’ansia patologica si manifesta spesso come una preoccupazione costante e generalizzata, che compromette il benessere e le relazioni personali.

Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), l’ansia patologica può includere diversi disturbi, come il disturbo d’ansia generalizzata, il disturbo di panico, le fobie specifiche e il disturbo ossessivo-compulsivo, ognuno con caratteristiche e sintomi specifici.



Il sottile equilibrio tra troppo e troppo poco

Per comprendere meglio il confine tra ansia funzionale e disfunzionale, è utile considerare il contesto e l’intensità della risposta ansiosa. L’ansia funzionale si colloca in una sorta di "zona ottimale": né troppo alta, né troppo bassa. Una carenza di ansia può portarci a sottovalutare le sfide, mentre un eccesso ci paralizza.

Un esempio pratico? Pensiamo a uno studente che deve affrontare un esame importante:

  • Se non prova alcuna ansia, potrebbe non impegnarsi abbastanza nello studio.

  • Se l’ansia è moderata, si sentirà motivato a prepararsi al meglio.

  • Se l’ansia diventa eccessiva, rischia di bloccarsi e di non riuscire a svolgere l’esame.



Come affrontare l’ansia disfunzionale

Se l’ansia diventa un peso che condiziona negativamente la nostra vita, è importante non ignorarla. Riconoscerla e accettarla è il primo passo per affrontarla. La psicoterapia rappresenta uno strumento efficace per comprendere le cause profonde dell’ansia e imparare strategie per gestirla.

Ad esempio, tecniche come la terapia cognitivo-comportamentale aiutano a identificare e modificare i pensieri disfunzionali, mentre pratiche di mindfulness e rilassamento possono ridurre l’attivazione fisiologica, le terapie che lavorano sugli apprendimenti evlutivo del passato (terapia esperienziale, terapia EMDR, terapia analitico-transazionale, psicodinamica, gestalt), aiutano a lavorare sulle cause originarie dei sintomi di ansia, con lo scopo di curare le ferite del passato, e quindi riabilitare il paziente ad una vita libera e più spensierata.



Conclusione

L’ansia non è il nemico, ma un segnale che ci invita a prenderci cura di noi stessi. Imparare a distinguere tra ansia funzionale e disfunzionale è fondamentale per sfruttare al meglio il suo potenziale positivo e prevenire che diventi una barriera nella nostra vita.

Se senti che la tua ansia sta prendendo il sopravvento, contattami
Chiedere aiuto è un atto di forza, non di debolezza. 



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Commenti

Lilia
Lilia
Vorrei concludere questa relazione ma non riesco ad andarmene per paura di ciò che verrà dopo.
Economicamente sono debole e perderei tutto ciò che avevo costruito per la serenità dei miei figli.
Lui mi ha tradita, ingannata, trattata senza rispetto tante volte, altre volte ha cercato di dimostrare di essere un uomo presente.
Ora stiamo facendo un percorso psicologico per.il bene dei nostri figli.
Se non fosse per i bimbi sarei già andata via anni fa.

Piexe
Piexe
Stessa situazione di Erika (primo commento). Separazione con figlio piccolo. Lei probabilmente non mi ama a più da tempo ma è scoppiata quando abbiamo comprato casa lontano dai suoi genitori.
Il bambino è pure per me l'unico momento di gioia.
Dicono che con il tempo si superi.. non credo sia realmente vero se ci sono in mezzo bambini..

Erika
Erika
Mi sono separata da maggio di questo anno.
All inizio non mi sembrava vero.
Abbiamo un bambino insieme e ci dobbiamo vedere per forza.
Lui vuole stare da solo ed è cambiato con me, credo che non sia innamorato, anzi ne sono sicura. Io soffro per questo. Inoltre mi sento tanto sola ed ho perso interesse per molte cose che prima mi davano carica. Solo mio figlio mi rende felice. Ma io dentro sento inquietudine. Non posso sapere quanto durerà questo sentimento che mi opprime, lo sento alla bocca dello stomaco.

Tiziana
Tiziana
Descrizione molto chiara e precisa di grande aiuto ,,,semplice e ben fatta.

Irena
Irena
Volevo capire come si può smettere di mangiarmi le unghie grazie mille

Serena
Serena
Bellissimo articolo dottoressa, i miei più vivi complimenti. Condivido pienamente.

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